Un accordo si ottiene, di norma, per sovrapposizione di
terze 
; basta quindi inserire una nota ogni due: per esempio do-mi-sol (saltando re e fa), oppure sol-si-re-fa (saltando la, do e mi), o anche re-fa-la-do-mi (saltando mi, sol, si e re).
Un accordo si chiama rispettivamente triade, di settima o di nona a seconda che sia formato da tre, quattro o cinque note. È anche possibile impiegare accordi formati da sei o sette note, chiamati rispettivamente di undicesima e di tredicesima, benché sussistano spesso discussioni sulla loro reale interpretazione.
Limitandoci per semplicità alle triadi, su una scala diatonica si possono formare tre tipi diversi di accordi:
1)
accordo maggiore 
, formato da una terza maggiore seguita da una minore (es.:
do-mi-sol 
);
2)
accordo minore 
, formato da una terza minore seguita da una maggiore (es.:
la-do-mi 
);
3)
accordo diminuito 
, formato da due terze minori (es.:
si-re-fa 
).
Va aggiunto, per completezza, l’
accordo aumentato 
, formato da due terze maggiori (es.:
do-mi-sol# 
), che si forma sulla scala
minore 
armonica o su quella melodica ascendente.
È anche possibile formare accordi sovrapponendo intervalli di quarta, anziché di terza: basta inserire una nota ogni tre (es. re-sol-do

). Limitandoci per semplicità alle triadi, si possono utilizzare due quarte giuste

, oppure una quarta giusta seguita da una aumentata

o viceversa

.
La
“Rapsodia infantile” 
, in modo
dorico 
, utilizza sistematicamente gli accordi di quarte.