In questo brano ho voluto immortalare un momento di nostalgia provato al termine dell’esame di stato del 2003, che ha segnato la conclusione di un ciclo di insegnamento di 3 anni e la fine di un rapporto professionale, ma inevitabilmente anche umano: un pezzo della propria vita che finisce. Anche se devo confessare che ciò che più mi ha stimolato, motivato ed in qualche modo ispirato a sviluppare l’idea originale è stata un’email che un utente di questo sito mi ha spedito un paio di mesi dopo l’esame, contenente apprezzamenti molto lusinghieri nei confronti di alcune mie composizioni.
Più che di un notturno si tratta in realtà di una
romanza (esposizione, sviluppo del tema e ripresa o ripetizione del tema); il nome di questa composizione deriva quindi più dal suo carattere, forse un po’ crepuscolare, che dall’aspetto formale. Inoltre, anche se nelle prime battute si può notare una qualche indeterminazione tonale che mi ricorda il primo Skriabin, già alla fine dell’esposizione, e ancora di più nella ripresa, la
tonalità di sol# minore viene chiaramente affermata, sia pure tra
modulazioni frequenti (che però appaiono in un certo senso come provvisorie) e alterazioni più o meno ardite.